pillole in cucchiaio e confezioni medicine su fondo bianco

Terapia farmacologica della depressione

“Dottore, non mi curerà mica con degli psicofarmaci!”

A proposito di pregiudizi difficili da superare: subito dopo quelli nei confronti degli psichiatri (complici molti film, sulla falsariga di Hannibal Lecter, lo psichiatra cannibale!) la maggior parte dei pregiudizi riguardano i farmaci da loro usati: gli “psicofarmaci”! Cosi non è raro sentire un paziente emettere l’esclamazione sopra riportata durante una visita. Ma sono davvero farmaci così terribili? E se non lo sono perché tanta preoccupazione?

Andiamo con ordine: l’uso di farmaci capaci di trattare con efficacia malattie psichiche è relativamente recente, parte infatti dalla metà degli anni 50 del 1900. Farmaci sedativi per pazienti gravi, ma anche terapie più leggere per la depressione. Hanno avuto un impatto rivoluzionario nella pratica medica permettendo di trattare finalmente non solo depressi e ansiosi con terapie ambulatoriali efficaci. Purtroppo avevano effetti collaterali evidenti, soprattutto le terapia per i pazienti gravi, tali comunque da rendere chi li assumeva facilmente identificabile e non certo in modo positivo: aspetto rallentato, sedazione. Icona vivente di uno stato umano non certo rassicurante e gratificante.

Ancora oggi molto spesso chi usa psicofarmaci viene identificato in quelle povere persone.

È evidente pertanto che chi vuole curarsi non intende assolutamente assomigliare neppure in minima parte a quelle immagini e tende a diffidare dei farmaci!

Fortunatamente negli anni sono statei sintetizzati numerosi farmaci che non hanno assolutamente alcun effetto di sedazione o di rallentamento. Sono inoltre molto sicuri, spesso sono decisamente meno pericolosi e danno molti meno problemi di altri farmaci di uso comune.

Certo, effetti collaterali dei farmaci ve ne possono essere e ogni persona risponde in modo specifico al farmaco. Tuttavia la gran parte dei pazienti che assume terapie antidepressive non dimostra alcun segno esteriore di tale assunzione. In poche parole nessuno si accorge che stanno prendendo farmaci antidepressivi!

Purtroppo il pregiudizio sui farmaci antidepressivi, che sono psicofarmaci ma non certo del tipo che viene temuto dall’inconscio collettivo, tiene lontane molte persone da una cura specifica della depressione, causando sofferenze inutili, ritardando la terapia e rendendo più difficile la guarigione. Non raramente mi sento dire dopo una terapia efficace: “Dottore, se l’avessi saputo non avrei aspettato tanto a curarmi!”

Pertanto un consiglio spassionato: non abbiate inutili timori. Se soffrite di stati d’animo depressivi chiedete al vostro medico se è opportuna una terapia specifica! Non ve ne pentirete!!

Raffaello Biagi

Print Friendly, PDF & Email